Monti Lepini (Lazio)

Negli anni Venti del 1900 il CSR esplora, sui Monti Lepini, numerose cavità tra le quali la Grotta del Rapiglio, la Grotta del Formale e l’Ouso dell’Omo Morto,  l’Ouso dell’Isola, i Pozzi del Pellegrino e del Soldato, la Bocca Candelone. A queste scoperte seguono, negli anni ’40, il pozzo Portella, la Cànnoa, l’Inghiottitoio di Campo di Caccia, la Voragine delle Putine, la Risorgenza di Monte San Marino; risultati dell’attività di molti soci del Circolo che continuano nel decennio successivo a frequentare quest’area, esplorando una interessante risorgenza sulla cima di monte Caccume, la Rologa, oltre numerosi inghiottitoi (Ouso di Gaetano, Ouso I e II della Rava Bianca, Pozzo Cerasolo, Pozzo della Rava Bianca, l’Ovuso di Scesa Cellino) tra i quali spicca l’Ouso di Pozzo Comune (Carpineto Romano, RM), il più noto e successivamente frequentato.

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Pozzo del Faggeto (foto Archivio CSR)

Alla fine degli anni ’60 viene rinvenuto l’imbocco del Pozzo del Faggeto (Supino, FR); il CSR inizia un’impegnativa esplorazione che, a partire dal 1966, si arresta nel 1968 davanti una strettoia a -301 m, regalando a questa grotta il primato del momento come la cavità più profonda del Lazio.

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Nel 1994 altri giovani soci del CSR riarmano il Pozzo del Faggeto per rivedere la grotta; le nuove tecniche e attrezzature di progressione rendono possibile affrontare la strettoia terminale, superarla (1995) e iniziare l’esplorazione di una risalita, tutta in artificiale, non ancora conclusa.

Nel 1994 i Lepini regalano al Circolo un’altra breve esplorazione nell’Ouso della Macchia (o Grotta di Pasquetta), inghiottitoio già esplorato per pochi metri dallo SCR che si era arrestato davanti un restringimento. Anche in questo caso, dopo aver superato il limite precedente e percorso un tratto di meandro attivo, l’esplorazione si bloccò davanti uno stretto passaggio o, meglio, un buco, largo poco più di dieci centimetri, dentro cui finiva l’acqua.

Passano diversi anni prima che, nel 2006, si ritorni a visitare la cavità, questa volta con molta più determinazione, e il risultato arriva: al termine del meandro, una breve risalita apre la porta di un vuoto enorme che, con due differenti diramazioni e molte verticali, raggiunge un sifone a -375 m.

Grotta di Pasquetta – Lago sotto il Pozzo Astorri
(foto A. Felici)

L’attività del CSR sui monti Lepini attualmente spazia su fronti differenti: la rivisitazione di piccole cavità, interessanti per lo studio faunistico, il lavoro di approfondimento nel Pozzo il Ferro, lo svuotamento del sifone della Risorgenza del Pastore con l’esplorazione della parte seguente, o il superamento della frana terminale della Risorgenza del Fiammifero che ha portato alla scoperta di una zona “a monte” interessante per far luce sul reticolo idrologico del versante sud di Pian della Croce.

Sinistra: rilievo della Risorgenza del Fiammifero (M. Mulargia, M. Parente, A. Pedicone Cioffi). Destra: il meandro terminale della grotta

Infine, a partire dal dicembre 2019 il CSR è impegnato nell’esplorazione di Pozzo del Batticuore, grotta che, sin dai primi metri di sviluppo, mostra una elevata complessità del reticolo idrogeologico interno.

Pozzo Batticuore (Foto A. Pedicone Cioffi)

Per approfondire:

Gianfranco Trovato: La zona carsica di Supino (Frosinone), in Notiziario C.S.R. n. 15-16, Anno XIII, giugno 1968, pp. 5-11.
Maurizio Monteleone, Federico Sirtori, Relazioni e immagini sull’esplorazione di Grotta Pasquetta, in Notiziario Speleo Club Roma, n°16, pp. 93-99, 2012
Matteo Parente, Anna Pedicone Cioffi, Extrasistole Lepiniche: Esplorazioni a Pozzo del Batticuore, presentazione al IX Convegno della Federazione Speleologica del Lazio “Segni nella Roccia”, 9 Ottobre 2021

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