Educazione ambientale

Il CSR contribuisce a documentare le diverse forme di inquinamento e alterazione dell’ambiente delle cavità naturali. Allo stesso tempo promuove l’educazione ecologica e la crescita della consapevolezza e della sensibilità per la tutela ambientale, e per un rapporto sostenibile con l’ambiente.

Esempi di alterazione dell’ambiente

Protezione delle grotte nel Lazio

La protezione e la valorizzazione del patrimonio speleologico italiano è per lo più demandata alle competenze regionali.
A questo proposito la Regione Lazio ha promulgato nel 1999 una legislazione sulla tutela del patrimonio carsico e sulla valorizzazione della speleologia (Legge Regionale 1 settembre 1999, n. 20), in cui si riconosce l’importanza delle grotte e della loro fauna come patrimonio naturalistico da salvaguardare.
Nel suo art. 1 la legge dispone che “La Regione, in attuazione dell’articolo 45 dello Statuto ed in considerazione del pubblico interesse legato ai valori idrogeologici, naturalistici, culturali e turistici delle grotte e delle aree carsiche esistenti nel territorio, riconosce l’importanza ambientale e l’interesse scientifico del patrimonio carsico e ne promuove la tutela e la valorizzazione, favorendo, altresì, lo sviluppo dell’attività speleologica”.
Si riconosce dunque l’importanza delle grotte e della loro fauna come patrimonio naturalistico da salvaguardare.
All’art. 3 la legge prescrive che nelle grotte e nelle aree carsiche “è vietato:
a) scaricare rifiuti solidi e liquidi, sia in superficie che in profondità;
b) svolgere attività che determinino alterazioni ambientali e modificazioni morfologiche delle cavità, ed in particolare:
1) alterare il regime idrico carsico, effettuare scavi o sbancamenti o riempimenti, fatti salvi gli interventi necessari ai fini dell’esplorazione, previamente autorizzati dal sindaco, sentito il comitato tecnico-scientifico per l’ambiente, integrato ai sensi dell’articolo 7;
2) asportare o danneggiare concrezioni, animali o resti di essi, vegetali, fossili, reperti paleontologici e paletnologici, salve le autorizzazioni rilasciate dalle autorità competenti”.

Testo completo della legge 1999 n. 20

Puliamo il buio

I casi di grotte discarica o di cavità naturali (inghiottitoi e pozzi) in cui nel corso del tempo sono stati gettati o sono confluiti rifiuti di ogni tipo sono frequenti in quasi tutte le regioni italiane. Puliamo il buio, legata
da collaborazione a Puliamo il Mondo, è una iniziativa della Società Speleologica Italiana che “vuole portare una luce nel buio e segnalare in modo puntuale e dettagliato le situazioni di rischio e indicare le possibili soluzioni”; “si propone di bonificare almeno in parte le discariche abusive sotterranee, in ogni caso di documentarle, valutarne il grado di pericolosità e di individuare i possibili rimedi, proponendoli poi all’opinione pubblica e alle Amministrazioni Locali”. Censimento delle cavità a rischio ambientale e delle attività svolte sul sito Puliamo il buio; per aderire e per informazioni: info@puliamoilbuio.it

Logo dell’iniziativa Puliamo il buio

Conservazione delle grotte

La conservazione delle grotte può considerarsi un concetto ombrello sotto il quale si raccoglie uno spettro molto vasto di azioni e di differenti forme di comportamento. Il concetto si contrappone a quello di distruzione o alterazione dell’ambiente sotterraneo, ed è collegato a quello di prevenzione degli atti di possibile modifica o alterazione, che dovrebbe stimolare azioni positive di conservazione preventiva delle grotte, di prevenzione dei danni. Allo stesso tempo le forme di alterazione dell’habitat speleo sono molto numerose. Sono stati considerati in questa sezione alcuni esempi, in riferimento alle grotte del Lazio o dell’Italia centrale.

Inghiottitoio di Luppa: aggressione metallica

Segnaliamo inoltre alcune attività di diffusione della conoscenza delle pratiche di contrasto della distruzione o alterazione dell’ambiente ipogeo adottate negli altri paesi.

Conservazione: il caso degli Stati Uniti

Una conferenza sull’opera di conservazione e protezione dell’ambiente sotterraneo svolta negli Stati Uniti dalla N.S.S. e associazioni affiliate è stata tenuta da Val Hildreth-Werker e Jim C. Werker della National Speleological Society (N.S.S.) il 30 aprile 2019 presso la sede del CSR.
La conferenza, organizzata dalla Società Speleologica Italiana (S.S.I.) e dal Circolo Speleologico Romano (C.S.R.), intendeva presentare le linee guida per la “progressione conservativa” e le metodologie e tecniche di intervento nelle situazioni in cui l’ambiente ipogeo è stato alterato ma è parzialmente ripristinabile e riconducibile alle condizioni originali.
È stato discusso il concetto di conservazione delle cavità carsiche e del paesaggio carsico, e si è accennato – tramite alcuni esempi relativi a grotte della Regione Lazio o dell’Italia centrale –, a cosa potrebbero fare gli speleologi, tramite buone pratiche quali ad esempio Puliamo il buio, per contribuire a limitare l’impatto umano, ripristinare le condizioni ottimali dell’ambiente e veicolare la cultura della conservazione. Jim C. Werker e Val Hildreth-Werker hanno descritto i protocolli di documentazione fotografica che accompagnnoa l’intero processo di selezione e cancellazione delle scritte recenti, o della ricostruzione delle stalagmiti. Negli Usa l’organizzazione della speleologia permette il coinvolgimento degli speleologi nella conduzione delle grotte turistiche, lo sviluppo di linee guida e protocolli di progressione, nati con la scoperta di Lechuguilla Cave (1986) e le tecniche di restauro sviluppate in trenta anni di lavoro nei diversi ambiti di ricerca e di sviluppo, insieme ad alcuni principi di etica speleologica.

Per approfondire l’iniziativa

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